Il Check-up Mezzogiorno 2021, elaborato da Confindustria dall’Area Politiche Regionali e per la coesione territoriale di Confindustria e da SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), restituisce una fotografia di un Sud in ripresa e in netto miglioramento rispetto a quella dello scorso anno, che ha resistito all’impatto socioeconomico della pandemia e che sembra aver intrapreso un sentiero di crescita sostenuta, che dovrà però essere consolidata cogliendo tutte le rilevanti opportunità offerte dai numerosi strumenti e misure di rilancio, in particolare dal PNRR, che prevede effettivamente una significativa attenzione al Sud.
Fondamentale sarà accelerare la spesa delle risorse già da tempo disponibili, come quella dei Fondi Strutturali 2014-2020, ancora in ritardo e, al contempo, occorre avviare senza indugio il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali 2021-27.
Il primo, importante segnale positivo arriva dall’Indice Sintetico dell’Economia Meridionale che torna a salire dopo la brusca frenata del 2020, recuperando quasi del tutto i valori del 2019: gli investimenti e le nuove imprese, infatti, hanno superato il dato registrato prima della pandemia, evidenziando una vitalità imprenditoriale che ha saputo reagire alla crisi.
Dal grafico di evince come le previsioni sul Pil confermano un andamento sostenuto del Pil meridionale per il 2021 pari a +5%, a fronte del +6,3% a livello nazionale e del +6,8% del Centro-Nord.
Per quanto riguarda, invece, il 2022, si prevede la riduzione del delta di crescita tra le macroaree del Paese, con +4,4% per il Sud contro +4,6% per il Centro-Nord. Un dato questo, su cui occorre riflettere, perché potrebbe rappresentare la base di partenza per avviare un processo di reale convergenza.
Esportazioni
Il vero protagonista di questa ripresa è l’export meridionale che nei primi nove mesi del 2021 torna a crescere rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in particolare su base annua (nei primi 3 trimestri 2021 sul 2020), l’export totale registra una sensibile ripresa a livello territoriale: rispetto alla media nazionale (+19,8%): nel Mezzogiorno è aumentato del 16,6% e nel Centro-Nord del 20,2%. Le esportazioni, nel complesso, sono tornate quindi alla base della ripresa economica in atto, anche nel Mezzogiorno, sia pure con uno slancio complessivamente meno rilevante, ma più significativo in alcuni settori rispetto al Centro-Nord.
Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere presenta una tendenza crescente da metà 2020, anche se fortemente discontinua poiché sconta l’incertezza causata dalla pandemia, in modo ancora più accentuato tra le imprese meridionali. Precisiamo che nei primi nove mesi del 2020, come si evince dal grafico, l’export manifatturiero complessivo ha registrato un aumento del 19,5%, con un 15,9% nel Mezzogiorno e 19,9% al Centro-Nord. I settori merceologici del Mezzogiorno con le variazioni più rilevanti sono coke e prodotti petroliferi raffinati (+47,4% al Sud +65,8% al Centro-Nord), metalli di base prodotti in metallo (+28,9% al Sud e 31,1% al Centro-Nord), sostanze e prodotti chimici (+25,8% e +18,1%), apparecchi elettrici (+23,8% e +25,3%), prodotti in legno (+22,1% e +13,4%) e altre attività manifatturiere (+21,5% e +34,5%). Nel complesso, l’export si pone complessivamente alla base della ripresa economica in atto, anche nel Mezzogiorno, sia pure con uno slancio maggiore solo in alcuni settori.
Appalti di opere pubbliche
Riguardo le costruzioni, un limitato contributo positivo all’aumento delle imprese attive potrebbe essere stato indirettamente generato dalla domanda pubblica. Nei primi 10 mesi del 2020 era diminuito il numero di bandi pubblicati nel Mezzogiorno, ma si era registrato un incremento degli importi, dovuto ai bandi relativi ad alcune grandi opere ferroviarie. Nei primi 10 mesi del 2021 si registra invece una riduzione degli importi e un aumento del numero dei bandi. Evidentemente l’impatto del PNRR non è ancora percepibile, per cui riemergono gli effetti delle misure straordinarie di semplificazione degli appalti di minore entità.
Occupazione
I dati sull’occupazione consolidati al 2020, mostrano un andamento negativo complessivamente contenuto, sia a livello nazionale che nel Mezzogiorno. In controtendenza rispetto al dato complessivo, l’occupazione nel settore delle costruzioni nel Mezzogiorno mostra un andamento positivo migliore di quello nazionale e delle altre aree territoriali, grazie alla forte spinta alle ristrutturazioni edilizie. Dati congiunturali sull’occupazione nel 2021, disponibili solo a livello nazionale, mostrano comunque un percorso di ripresa, che dovrebbe coinvolgere anche il Mezzogiorno, anche grazie a misure straordinarie, come la decontribuzione Sud, di cui si attende la proroga per tutto il 2022.
Questo che si è raccontato è un Sud con più luci che ombre, dunque, con forti aspettative sul determinante contributo generato dai programmi europei, con una grande attenzione sugli investimenti del PNRR e su quelli complementari.
Infatti, oltre alle risorse messe in campo per i prossimi anni, è fondamentale accelerare la spesa delle risorse già da tempo disponibili, come quella dei Fondi Strutturali 2014-2020, ancora in ritardo, seppur con cifre diverse, sia nel Mezzogiorno che nel Centro-Nord, e quella del Fondo sviluppo e coesione (FSC), che conferma il sensibile ritardo attuativo che strutturalmente caratterizza i suoi molteplici impieghi. Molte aspettative sono riposte nell’avvio dei Piani Sviluppo e Coesione (PSC) nazionali e regionali, il cui processo di razionalizzazione in piani unitari delle risorse del FSC dovrebbe finalmente invertire una incapacità attuativa divenuta strutturale, anche per utilizzare gli oltre 73 miliardi di rifinanziamento disposti dalla legge di bilancio 2021 e 2022.
Infine, l’avvio del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali 2021-27 si fa quanto mai urgente e non più procrastinabile.
Il PNRR, quindi, non esaurisce il ventaglio delle opportunità programmatiche e di investimento nel Mezzogiorno per il prossimo decennio. Tuttavia, sono necessari forte integrazione e coordinamento coi Fondi SIE (14-20 e 21-27) e col FSC, in un disegno complessivo e coerente dell’azione di sviluppo del Mezzogiorno, e soprattutto la capacità di attuarlo.
La sintesi del quadro che emerge da questa edizione del Check-Up Mezzogiorno sulla congiuntura 2021 è quindi quella di un Sud che ha resistito all’impatto socioeconomico della pandemia e che sembra aver ripreso un sentiero di crescita sostenuta, anche se non ancora caratterizzato dalla convergenza con il resto del Paese. Ci sono tuttavia tutte le premesse per sfruttare le rilevanti opportunità offerte da numerosi strumenti e misure di rilancio, in particolare dal PNRR, con una sua effettiva e significativa attenzione al Sud.
Il Check-up Mezzogiorno è stato chiuso con le informazioni disponibili al 15 dicembre 2021.
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